STORIA
DELLA
REPUBBLICA DI FIRENZE
DI
GINO CAPPONI.
SECONDA EDIZIONE RIVISTA DALL’AUTORE
Tomo Primo.
FIRENZE,
G. BARBÈRA, EDITORE.
—
1876.
Depositata al Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio pergodere i diritti accordati dalla legge sulla proprietà letteraria.
G. Barbèra.
Gennaio 1875.
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Essendo a tutti oramai noto che le Prefazioni sifanno da ultimo; e poichè, fuori d’ogni mia speranza,mi fu concesso condurmi al termine di questo lavoro,voglio pur dire intorno ad esso alcune cose che poimi dispiacerebbe avere taciute. Che io mi ci mettessi,andò a questo modo. Una gentile francese, madamaOrtensia Allart, nota in Italia come in Francia permolte sue pubblicazioni, frutto di studi più che femminilie d’un pensiero che gode spaziare sul corsodei tempi; mandò alle stampe nel 1843 un ristrettodella Storia della Repubblica Fiorentina, che permolti rispetti è il migliore di quanti se ne abbianotentati fin qui. Di questo Libro il signore AlessandroCarraresi negli anni seguenti aveva compito unatraduzione: ma in esso alcune cose erano di troppoper noi Italiani, altre non bastavano. Mi posi a farvicosì a mente alcune note, poi a ristringere alcunibrani del testo francese, altri ad allargare: così apoco a poco mi trovai con tutto il pensiero dentro[vi]alla Storia di Firenze. I tempi erano fortunosi e ame difficili per molti rispetti: questo pensiero m’accorsiche mi era un riposo, e quindi usciva, qualesi sia, l’Istoria presente, spesso interrotta per variecause intramezzata da altri studi. In essa ritrovoperfino certe intonazioni che nei primi tempi a mevenivano dallo Scrittore francese; di queste cose ioringrazio la Donna gentile, e più dell’avermi, senzache ella vi pensasse, imposto un obbligo che a mefu spesso un grande sollievo. Assunto una volta, mipareva che fosse dovere di galantuomo porvi grandissimadiligenza e molto pensarvi; perchè una storiafatta alla leggera, spesso riesce una storia falsa,cioè una menzogna. Così per tutti i mancamenti diquesto Libro, sappia il Lettore che io non cerco ame altra scusa, eccetto quella molto plausibile delnon avere io saputo fare più e meglio.
In questi tempi un’altra cosa venne a fermarein me il proposito di pormi sul serio a fare unaStoria della Repubblica di Firenze. N’ebbe primain mente l’idea il signor Thiers, tanto da avere beneadocchiato e lungamente adoperato nel Canestrinil’uomo capace a provvedergliene qui la materia dagliArchivi nostri. Soleva dire il signor Thiers, chea lui parendo andare il mondo a una democrazia,era sopra ogni altra storia da studiare questa, comela più democratica dei tempi antichi e dei moderni.Ma un’altra Storia maggiore di troppo e tutta francesea sè chiamava l’illustre Autore; ed egli ha inoggi deposto affatto o