LA
VITA ITALIANA
NEL
SETTECENTO
Conferenze tenute a Firenze nel 1895
DA
Romualdo Bonfadini, Isidoro Del Lungo, Ernesto Masi, Vittorio Pica,Guido Mazzoni, Ferdinando Martini, Matilde Serao, Enrico Panzacchi,Giovanni Bovio, Alberto Eccher, Antonio Fradeletto.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
Quinto migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA
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Tip. Fratelli Treves. — 1908.
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CONFERENZA
DI
Romualdo Bonfadini.
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Uno dei fenomeni che colpiscono maggiormentei lettori di storia — quando riflettono — sta nellacostante accelerazione degli svolgimenti sinteticid'ogni natura, a misura che ci allontaniamo dalleepoche primigenie; sta nella sempre maggiorbrevità di quei periodi ricostruttori o elaboratoridi cose nuove, che un tempo duravano più secolie suggerivano al poeta latino il pensoso:mortalis ævi spatium....
Chiamatelo, secondo le leggi morali, progresso;chiamatelo, secondo le leggi statiche, moto uniformementeaccelerato; certo è che quelle mutazionigenerali di pensieri, di abitudini, di legislazioni,di vita civile, a cui nell'evo antico appenabastavano dieci generazioni d'uomini, si sonocompiute più tardi nello spazio di un secolo, e,venendo più presso a noi, in cinquant'anni odin trenta.
[4]
Uomini ed eventi esercitavano, nelle primeepoche dell'umanità, un'azione così passeggierae così lenta che quasi non s'avvertiva. Le grandimonarchie orientali impiegarono più di un millennioe mezzo a sorgere, a brillare, a distruggersi,senza che il mondo antico apparisse, dopocosì grandi catastrofi, notevolmente mutato. Romaera vecchia di oltre cinque secoli, quando cominciòa far avvertire la sua presenza fuori de'suoi confini. Sesostri, Ciro, Cambise, Alessandroil Macedone, malgrado il loro genio e le loroconquiste, non lasciarono negli ordinamenti delmondo maggior traccia di quella che lascia unafrana di monte, rotolatasi nell'Oceano. L'umanitàdoveva giungere fino al Pescatore di Galilea,per sentirsi tratta a mutare in sè e di sètanta parte di pensieri e di scopi. Eppure civollero quasi mille anni perchè il Cristianesimovincesse, soltanto in Europa, tutti gli antichiIddii. E i quattrocento anni dell'Impero romanooccidentale dimostrano che, dopo la scossa dataalle vecchie compagini sociali da Cesare e daAugusto, il mondo s'era ricantucciato nella schiavitùnuova e non accennava a riscuotersi più.
Colla discesa dei barbari nell'Europa, divenutaormai l'unico fattore di trasformazioni sociali,la storia comincia a pigliare avviamentipiù rapidi. Attila rinnova il mondo colla forza,[5]Giustiniano col diritto. Nel medio evo, i periodielaboratori diventano anche più freque