I PARALIPOMENI DEL LUCIFERO DI MARIO RAPISARDI


* * *


I PARALIPOMENI

DEL

LUCIFERO

DI

MARIO RAPISARDI

IN BOLOGNA
PRESSO NICOLA ZANICHELLI

MDCCCLXXVIII.


L'EDITORE
ADEMPIUTI I DOVERI
ESERCITERÀ I DIRITTI SANCITI DALLE LEGGI


[1]

AI LETTORI.

Il manoscritto del canto che qui appressopubblichiamo ci venne recatosettimane fa dalla posta, insieme a una letterinamolto gentile per noi.

Ricevendo ogni giorno una quantità straordinariadi manoscritti di versi, siamo (è facilecapirlo) diventati un po' diffidenti in fatto diautori sconosciuti. Questa volta però la nostradiffidenza fu subito vinta dal vedere il caso alquantostrano di un poeta che ambendo, comecortesemente egli si esprime, l'onore del nostroelzeviro, voleva conservar l'anonimo persino[2]col suo editore, anzi, e sopratutti col suo editore,la letterina diceva.

Leggemmo dunque e da principio, lo confessiamo,con qualche sorpresa e con piacere.Ma inoltrati vie più nella lettura ci sentimmoa poco a poco sopraffatti da un sentimento didubbio e di sospetto che sarà, crediamo, partecipatodai lettori.

Avevamo fra le mani un lavoro scritto sulserio, o la satira fina ed urbana di una formapoetica?

La prefazione, che spiegava il concetto moralee la ragione estetica del lavoro, pretendevasi trattasse di una cosa sul serio.

«Non è senza profonda trepidanza che iometto fuori il primo canto di un nuovo poema,mentre l'Italia, anzi l'Europa si è appenastancata dall'applaudire il Lucifero; e quandosentiamo da ogni parte, a proposito di esso,con insistenza ripetere che l'epopea se negiaccia morta da un buon paio di secoli e[3]vano sia qualunque sforzo per richiamarlaalla vita.

«Mi affida alcun poco il fatto che, in ontaall'acqua lustrale spruzzata dai critici sullasupposta bara della gran morta, l'epopea simostri di quando in quando viva di vita immortalee apparisca torreggiante nel regnodell'Arte come ai tempi più propizii alla suadivina fioritura.....»

Ma il tono magistralmente severo della prefazione(l'abbiamo anche riletta) non è puntobastato a serenarci la coscienza. Talchè ci siamoindotti a pubblicar questo saggio un po' pel valoreintrinseco che ci è parso di scorgere inesso, un po' per la curiosità di conoscere l'impressionedelle persone competenti.

Stampando il primo canto dei Paralipomenidel Lucifero non intendiamo però incoraggiarel'ignoto autore ad inviarci gli altri dodici, che,a detta sua, vengon dopo. E siamo questa voltatanto più sinceri con lui, quanto meno intendiamo[4]abusare della cortese accoglienza fattadai lettori italiani alle nostre edizioncine inelzeviro.

La imitazione del Lucifero e nel tornio delverso e della frase poetica, e nelle similitudini,e nella concezione del soggetto e nella disposizionedelle parti, insomma nei più minuti particolaridei pregi e dei difetti di questo poema,ci par spinta nei Paralipomeni a tal estremoda togliere ad essi qualunque lievissimo valoredi originalità. E le opere di arte, secondo noi,buone o cattive che sia

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