LE BOCCHE INUTILI


ANNIE VIVANTI

LE BOCCHE INUTILI

DRAMMA IN TRE ATTI

A. MONDADORI
MILANO


PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

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SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI
Milano, via Sant'Andrea, 9

Copyright 1918 by «Annie Vivanti Chartres».


DEDICA

Al tenente Giorgio Tognoni,
cieco di guerra.

Giorgio,

Vi ricordate come ebbe origine questodramma?

Uscivamo dal Teatro alla Scala una serapiovosa del novembre scorso. Voi avevate parlato,esaltando la guerra, ad una folla deliranted'entusiasmo per l'Italia e per voi.

Con la mano sul mio braccio, sotto al grigioporticato, vi fermaste. Ancora intorno a noicrepitavano gli applausi.

«Annie Vivanti, volete scrivere un drammaper me?»

Io alzai gli occhi a guardarvi, a guardare ilbel volto mobile ed espressivo, e le chiome ricciute,e il fiero portamento dell'alta ed agilepersona — tutta la pittoresca bellezza dei vostri[10]ventiquattr'anni, alla quale i grandi occhialineri aggiungono un fascino speciale eindefinito.

«Sì», dissi subito.

E così nacque nella mia mente la figura di«Giorgio» in questo dramma di guerra.

«Giorgio» siete voi. Le sue parole sonoparole che da voi ho udito; l'anima di Giorgioè la sublime anima che è in voi.

* * *

Era inteso che voi stesso avreste interpretatola parte del giovane ufficiale che ritornadalle trincee con gli occhi per semprechiusi.[1]

1. Nella prima versione del lavoro, scritta con questo intendimento,Giorgio non entrava in scena che al terzo atto.

Dalle vostre labbra dovevano giungere — conla forza suprema di una sacra e tragica verità — leparole di fede al cuore degli ascoltatori.

Quando la madre dice al figlio: «Fammivedere i tuoi occhi!...» erano i vostri occhi,[11]con la loro divina cicatrice, che dovevano esseresvelati. Quand'egli, tentando di calmarela materna angoscia, dice: «Mamma! Chiudianche tu gli occhi! Scendi nel buio con me...»e il teatro si oscura completamente — quelcrepuscolo che calava sui nostri spiriti dovevaessere un lembo della grande ombra che persempre vi ravvolge...

Ma al momento della rappresentazione sorsero,come voi sapete, degli inattesi ostacoli.Gli amici discussero... sconsigliarono... dissuasero...E per timore che qualcuno potessedire che si era voluto «sfruttare la sventura»il dramma — da voi ispirato e per voi scritto — fudato senza di voi.

A me parve che ne fosse tolto così l'elementopiù alto di commozione, l'essenza stessadella poesia da me sognata.

················

Ma ancora non mi so spiegare l'indescrivibiletumulto che il dramma suscitò alla suaprima rappresentazione. Certo, nella mentedi una parte del pubblico vi fu un equivococaus

...

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