VENTI ANNI DOPO


VENTI ANNI DOPO

DI

Alessandro Dumas

Seguito dei tre Moschettieri.

PRIMA VERSIONE ITALIANA.

ITALIA
1848

[5]

I.La larva di Richelieu.

In una stanza del così detto palazzo Cardinal, a noi giànoto, accanto a un tavolino intarsiato su gli angoli d’argentodorato ed ingombro di fogli e libri, sedeva un uomo, posatasisu le due mani la testa.

E dietro ad esso era un largo caminetto, ben acceso erosso, dove i tizzi infiammati si consumavano sopra alari indorati.La luce di quel fuoco rischiarava a tergo il magnificovestimento di quel cogitabondo, a cui dava lume davanti uncandelabro carico di ceri.

Al mirar l’abito superbo, i merletti sfarzosi, la fronte scoloritaincurvata a tanta meditazione, e la solitudine del gabinetto;all’udire il silenzio che regnava nelle anticamere, edi passi misurati delle guardie sul pianerottolo, avresti credutoesser l’ombra di Richelieu tuttora nella sua camera.

Ahimè! di fatti, era l’ombra, e non altro, del grand’uomo.La Francia indebolita, l’autorità del re disconosciuta, igrandi infiacchitisi di bel nuovo e turbolenti, il nemico ritornatoin qua dalle frontiere, tutto attestava non esser più colàRichelieu.

Ma ciò che meglio di tutto questo dava prova come non sitrattasse più del vecchio ministro, egli era quello isolamento,il quale sembrava, siccome dicemmo, più proprio di una larvache di un vivo, e le gallerie vuote di cortigiani, ed i cortili[6]pieni di guardie; e il sentimento di scherno che ascendevadalla contrada e penetrava tra i vetri della camera sconquassatamediante il soffio di un’intera città postasi in lega controal ministro; ed infine, lo strepito confuso ed incessantementerinnovato di spari, fatti per buona sorte senza scoponè resultato, ma solamente per far vedere alle guardie, aglisvizzeri, ai moschettieri ed ai soldati che attorniavano il PalazzoReale (conciossiachè il palazzo pure avea mutato nome)come il popolo possedesse delle armi.

La larva di Richelieu, era Mazzarino.

E Mazzarino stava là solo, e si sentiva debole.

«Straniero! borbottava, Italiano! ecco scagliata la lorogrande parola! con questa assassinarono, impiccarono, divoraronoil Concini, e s’io li lasciassi fare assassinerebbero,impiccherebbero, divorerebbero me come lui, quantunque ionon abbia fatto ad essi mai altro male che di spremerli unpochetto. Imbecilli! non capiscono che il loro nemico non ègià questo Italiano, il quale parla malamente francese, mapiuttosto quelli che hanno l’abilità di dir loro belle parolecon tanta buona e pura pronunzia parigina.

«Sì sì, continuava il ministro con l’accorto sorriso, chein tale circostanza sembrava stranissimo su le sue labbrasmorte; sì, me lo dicono codesti vostri clamori: è precariala sorte dei favoriti. Ma voi, se sapete questo, dovete anchesapere ch’io non sono un favorito ordinario! Il conted’Essex aveva un anello di lusso adorno di diamanti datoglidalla regale sua amante; io non ho che un semplice cerchiettocon una cifra e una data: ma questo cerchietto pure fu benedettonella cappella del Palazzo Reale[1]; e per questo,non mi annienteranno, a

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